mercoledì 20 aprile 2011

"C'era una volta una ciurma di pirati italiani. Un giorno il loro vascello si trovò nel mezzo di una terribile tempesta e affondò. Morirono tutti, tranne uno. Il capitano fu colpito da un fulmine e perse i sensi.
Dopo del tempo, fu ritrovato da alcune sirene... ma questo è solo l'inizio di una storia leggendaria..."

sabato 8 agosto 2009

La Cattura


Fu così che conobbi prima Alanxo e successivamente Slado, capitani coraggiosi, dei nobili e temutissimi pirati di MarieGalante, ovvero l'isola nel profondo Sud di Antiquity, dove ero approdato quella notte stellata.
I ricordi dei primi giorni assieme a loro sono molto annebbiati, perchè l'accoglienza fu così calorosa (ed a base di ottimo Rum), che capirete bene la ragione per cui mi rimane difficile raccontare i particolari. Ad ogni modo, fu così che decisi di restare per un pò con loro sull'isola. In breve tempo divenni parte di quella ciurma. Dopo qualche mese, dopo aver dato prova di valore in cruente battaglie, sia in mare che in terra, fra grandi applausi a calici di rum al cielo, fui nominato Capitano di MarieGalante.
Da allora, combatto a fianco dei miei compagni, per difendere la nostra isola ed i mari del sud dagli attacchi della marina reale detta RAN (Royal Antiquity Navy).
Il resto della storia parla del presente, della nostra vita da gentiluomini di ventura, impegnati a salvaguardare la libertà e le nostre vite, ed a tal scopo sempre pronti ad imbracciare il fucile, o a sfoderare la spada. O riempire qualche boccale di rum.
Negli ultimi tempi, dopo una lunga serie di nostre vittorie nei mari del sud, ovvero numerose navi del regno colate a picco a salutare Davy Jones, il nemico si è vendicato inaspettatamente e con violenza inaudita.
Abbiamo subìto dei pesanti attacchi a MarieGalante. I RAN hanno organizzato dei raid cogliendoci di sorpresa, ed in numero di uomini doppio rispetto al nostro.
La conseguenza è stata una dura sconfitta. Molti di noi hanno macchiato col proprio sangue l'isola, molti sono morti. Molti furono feriti, ed in seguito legati e trascinati nelle navi della marina, per essere poi incarcerati ed impiccati sul molo del loro quartier generale.
Io sono stato uno di quelli. Ma... come vedete, sono ancora qua a scrivere.
Ho la skin dura, io.
A pensarci adesso mi viene quasi da ridere: mica sapevano quale colossale errore avevano fatto a non uccidermi subito!
Certo, ho rischiato di morire in quella cella. E' vero.
Ma partiamo dall'inizio, quando quel maledetto proiettile mi è entrato ed uscito da una gamba e sono rotolato a terra fino ai piedi del Generale della Royal Antiquity Navy:
"Toglietemi da davanti questo puzzolente sacco di pulci ed uccidetelo"
Gli sputai. Fui colpito ripetutamente col calcio del fucile da 2, 3 persone forse. Non ricordo bene. Poi sentii una voce femminile, riconobbi la voce del Commodoro Sideways:
"Signor Generale, quello è il capitano Compton. E' accusato di aver appiccato l'incendio al molo del quartier generale. Si ricorda quando trovammo una bandiera dei pirati di MarieGalante sul portone di ingresso del nostro Quartier Generale? Inoltre, mi hanno detto che Sir Compton, potrebbe aver partecipato al rapimento dei nostri due capitani scomparsi la settimana scorsa nei mari del sud."
"Ah! Con quale piacere ascolto le sue parole Commodoro Sideways!" sbottò il generale.
"Legatelo. Ti farò piangere tutto il rum che hai bevuto, sino a che non ti pentirai della tua sporca vita da demonio e non ci darai delle informazioni molto importanti, carissimo Sir, Jhonny, Compton...!" E scoppiò a ridere, mentre attorno infuriava l'inferno. Sento ancora la rabbia che mi salì allora e le voci dei miei compagni che venivano fatti a pezzi nel modo più crudele e disonesto: eravamo solo un pugno di uomini, contro un esercito intero.
Gli sputai di nuovo, questa volta lo beccai in faccia. Lui mi piantò una sonora pedata sulla gamba ferita, io urlai. E credo che fu allora che svenni e mi portarono a bordo della loro nave. Maledetti.
(...continua...)

giovedì 14 maggio 2009

Nel Buio

All'orizzonte un fuoco. Terra.
Il cielo diamantato dei caraibi si specchiava nel mare quasi piatto, mentre un vento debole e profumato dondolava lentamente il Black Jhoy nel buio.
Avrò passato circa un'ora sdraiato sul ponte, con le orecchie tese a sentir di nuovo gonfiarsi il fiocco. Poi, d'improvviso, una alla volta le vele si riempirono d'orgoglio e il viaggio finalmente riprese. Il fuoco era ancora laggiù.
Mure a dritta, mi posi di fianco, per avvicinarmi alla terra col fianco armato della nave. Quando fui a poco meno di un miglio dalla terraferma, ammainai, caricai il moschetto e mi arrampicai sulla coffa per capire se ci fosse qualcuno attorno a quel fuoco. La luna piena illuminava tutto intorno. La spiaggia appariva deserta, ma quel falò sulla spiaggia sembrava ben governato.
Scesi e proseguii il viaggio, cercando di seguire il profilo della terra, cercando un molo dove attraccare. Lo trovai, non troppo lontano dalla parte opposta della spiaggia avvistata.
Ormeggiata la nave, scesi armato fino ai denti, sciabola sulla destra e flint sulla sinistra. Ma pareva proprio che non ci fosse nessuno in quel posto. Però era bello ed emanava un non so che di accogliente e familiare. Oltre le vecchie assi scricchiolanti del molo c'era la spiaggia, fitta di palme e arbusti per una decina di metri, poi una montagna si imponeva di fronte. Sul lato sinistro, un piccolo sentiero fra due pareti di sabbia risaliva la costa, dentro ad un bosco. Non volli allontanarmi troppo dalla nave e dunque decisi di farvi ritorno per passare la notte.
Riempii il boccale di rum, mi sdraiai sulla poppa col moschetto a fianco e attesi l'arrivo delle prime luci del giorno, sapendo che avrei dormito ben poco e male. Sognai di venir rapito da una tribù di selvaggi e di incontrare una strana presenza di bianco vestita... "Ahoy Sir!.." Sussultai, spalancando l'unico occhio e afferrando il moschetto. Era già giorno, da un bel pò.
Mi affacciai e vidi sul molo un pirata disarmato, vestito di bianco, che mi guardava stupito... anzi, stupita: era una donna!
(...continua...)